Uomo di spettacolo intelligente, impegnato e innamorato della fantasia
I suoi occhi e la sua sensibilità sanno dar vita e cullare emozioni, sogni e verità.
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Gio 11 Ott | 2012
Il Maestro Scaparro è il simbolo di una memoria che sa confrontarsi con le proprie radici ma al tempo stesso sa guardare al futuro con occhi speranzosi e sognanti.
Nelle sue rappresentazioni non addomestica lo stupore, lo dipinge negli occhi di chi è seduto nelle poltrone di velluto del teatro e su quelle tavole prendono vita paesaggi lontani e, che a volte sono vicinissimi.
Restituisce l'Arte allo spettatore. Il suo Teatro è l'unione di due parole: rischio e libertà. In tempi insospettabili ha avuto il coraggio di fare progetti avanguardistici e libertari, infatti, senza dubbio in ogni suo spettacolo c'è l'elogio di questi valori in modo assoluto Tutti i suoi personaggi hanno come tratti distintivi la coscienza, il travaglio e al tempo stesso la speranza.; essi sono lo specchio di un popolo, della sua saggezza e della sua voglia di riscatto che assume sempre forme poetiche.
Un esempio è l' indimenticabile "Liolà".
L'attività teatrale di Maurizio Scaparro ha inizio nel 1965 con la "Venexiana" con cui debutta al Festival dei Due Mondi di Spoleto, suscitando clamore e interesse.
Ha creato spettacoli che sono rimasti nella memoria storica del teatro; importante l'eco suscitata negli anni Ottanta dal suo Carnevale del Teatro alla Biennale di Venezia. Contemporaneamente al lavoro svolto sui palcoscenici, non trascura le attività con le istituzioni pubbliche italiane ed europee.
Mantiene costante attenzione al rapporto tra il linguaggio teatrale e quello cinematografico, partendo dal suo ormai famoso progetto multimediale del 1983 sul "Donchisciotte",James Roy Mcbean, scriveva sulla "Review of book" di New York: "Ho avuto l'opportunità di vedere nel corso di pochi giorni a San Francisco la versione cinematografica e quella teatrale del Don Chisciotte di Scaparro, come in Brook c'è in lui un'intelligenza multiforme unita a una lucidità teatrale capace di rendere le sue idee in una forma particolarmente chiara. Inoltre Scaparro, come Brook, ha il coraggio intellettuale di affrontare le "grandes ideas" sulla condizione umana, privilegiando il lato più tenero della nostra vita, la vivacità della nostra fantasia, la vulnerabilità dei nostri sentimenti."
Ciò che mi colpisce del poeta del teatro è la capacita di guardare lontano, tenendo ben presenti i valori e l'importanza della cultura del passato; non a caso infatti dopo 13 anni dalle "Mille e una Notte" racconta le macerie di Polvere di Baghdad e non più le sue favole e dà nuovamente vita alla magia dell'oralità mediterranea, attraverso una commistione di generi. Nella sua Opera riesce a trovare un filo conduttore che lega le macerie con i sogni.
Superato l'incanto di trovarsi davanti a un Maestro del teatro reduce dal trionfo di "Varietà" , con Massimo Ranieri ed Ernesto Lama al Maggio Musicale Fiorentino e che inoltre da mesi prepara le attività internazionali della Pergola di Firenze, io mi accingo con molta emozione a condurre questa intervista.
INTERVISTA
D:Io gli chiedo come mai in ogni sua opera traspare un foret impegno civile e al contempo dissenso? E' una scelta?
R:" Il teatro racconta le favole dell'essere civile, è un obbligo tanto più urgente quanto la società che circonda si fa incivile. Poi mi fa una domanda: sai l'importanza della parola pensata?Viviamo in un' epoca di parole superflue e inutili …"
D:Lei nella cultura continua a vedere ancora una grande risorsa ?
Regalandomi un magnifico sorriso mi risponde:
R: "Ritengo che la cultura sia l'unica risposta che abbiamo alla barbarie che si vede in maniera imbarazzante; forse siamo stai noi a pensare che la cultura fosse paludata".
D: Secondo Lei abbiamo frapposto una distanza fra noi e la cultura ?
R:"Forse abbiamo dato la delega del nostro vivere civile a persone che non hanno cultura e non intendono averla o forse costoro la consideravano appartenente solo alla loro casta".
D: Secondo Lei c'è ancora speranza di cambiare questo tipo di pensiero?
R: "Non c'è molta speranza perchè i canali della conoscenza sono tutti intasati da spazzatura, viviamo in un periodo sotto questo profilo orribile, ciononostante conserviamo ancora qualche barlume di libertà che c'è stata data, lo conserviamo ancora in una zona come l'Europa che rischia di perdere le sue caratteristiche."
D. Lei è fortemente europeista. Perché?
R: "Quando noi abbiamo iniziato a parlare d'Europa speravamo in un' Europa di cultura e oggi invece ci ritroviamo in quella delle banche; lo stesso tipo di tradimento è stato fatto alla lingua italiana e oggi ci troviamo a difenderla senza crederci; io credo che noi dovremmo cominciare a parlare non di teatro ma della lingua italiana "
D:Lei è anche regista cinematografico oltre che teatrale. Quale differenza c'è?
R: " Io amo il cinema, non lo frequento ma lo amo. Il teatro è artigianale, il cinema è anche industria ed inoltre il teatro mi fa stare sempre sulla breccia".
Avrei voluto porre al maestro altre mille domande, ma il tempo è tiranno ed è volato in un lampo. Saluto il Maestro con la speranza di rincontralo ancora e la certezza di rimanere ancora affascinata dalla sua ARTE.
Eleonora De Martino